9 Settembre
2005
SI APRE SUL WEB L'ERA
DEI SINDACATI <<GLOBALI>>
I movimenti per la pace sono come
un grande sindacato multinazionale spontaneo, che corre per tutto il
globo, attraverso internet. Le visite e le cliccate, sono in un certo
senso la manifestazione di interesse e di consenso all’iniziativa,
consenso che internet trasforma – in questo modo – in una grande
rivendicazione planetaria. Ad esempio,
www.winwithoutwarus.org è un sito pacifista che dà voce a tutti
coloro che vogliono prevenire la guerra. La sua tesi è che il
conflitto venga risolto con metodi diplomatici. Nel sito
www.indymedia.org sono riportati i dibattiti sulla guerra e
sull’intervento degli Stati Uniti in Iraq, con gli indirizzi politici
di tutti i Paesi membri dell’ONU. Sulle pagine di
www.peacefultomorrows.org troviamo poi un’organizzazione fondata
dalle famiglie delle vittime dell’11 Settembre, che si propone di
cercare una soluzione non violenta, contro il terrorismo.
Sul versante opposto, anche chi
sostiene la necessità di un intervento armato in Iraq ha dato vita a
iniziative spontanee. E, anche in questo caso, le visite a queste
pagine web, sono una forma di adesione a questa seconda forma “di
sindacato” e di rivendicazione globale. Ad esempio,
www.debka.com è un sito a favore dell’intervento militare degli
USA contro Saddam Hussein, come
www.stratfor.com, il quale crea, giornalmente, un vero e proprio
“diario di guerra”, dove sono riportate le notizie del giorno e le
motivazioni per le quali è necessario un intervento armato contro
l’Iraq. Anche
www.avot.org è schierato nella stessa direzione, a favore
dell’intervento militare degli USA.
Da
questo dibattito, emerge una delle più evidenti lacune della nostra
società globalizzata, consistente nell’assenza di grandi sindacati e
di grandi partiti multinazionali, che sappiano riunire i movimenti e
le idee, contrapponendosi - o anche affiancandosi, appunto - alle
multinazionali e alle coalizioni di stati. I no-global - nel frattempo
- sono il primo accenno spontaneo di questa necessità organizzativa,
una esigenza che, in futuro, diventerà sempre più grande, trasformando
la terra in un'unica grande "tribuna politica", con interlocutori
multinazionali.
Ora,
per tenere il passo, le grandi organizzazioni sindacali classiche
dovrebbero trasformarsi - appunto - in multinazionali, e accanto a
questo (e proprio per questo), dovrebbero pensare a nuove tecniche
manageriali, adatte ai tempi. Gli spazi e le possibilità sono enormi.
I politici-manager, come Silvio Berlusconi, come Bloomberg e come
tanti altri che si fanno avanti sul globo terracqueo, hanno avuto buon
gioco, proprio per merito della loro specifica conoscenza
dell’impresa. Dunque, il segreto per mantenere il sindacato ai
vertici, in futuro, e con tutta probabilità, starà sempre di più
nella capacità di bilanciare il potere delle imprese, conoscendone le
regole e ampliando il campo d'azione sindacale.
Nel
corso del 1998 la rivista americana News Week ha dato una notizia
interessante, passata quasi del tutto inosservata, in Italia, ma utile
per comprendere ciò che stiamo discutendo. La notizia era questa.
Negli Stati Uniti i salari degli impiegati stavano salendo in modo
notevole. E non per particolari contrattazioni sindacali. Ma solo per
l'effetto prodotto dal mercato. Il fenomeno evidenziato era molto
semplice. Gli impiegati erano diventati "ricercati" e "preziosi", a
causa del miracolo e economico americano di quell’anno (vicino al 5%
di incremento del PIL), un fenomeno che aveva creato la piena
occupazione e salari elevatissimi.
Ebbene, questo episodio disegna
un nuovo percorso, per le organizzazioni dei lavoratori. In pratica,
il sindacato, può favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e la
crescita delle retribuzioni, non solo con i mezzi classici, ma anche
proponendo politiche economiche e manageriali adeguate ai tempi e al
panorama economico internazionale. In ogni caso, il grande sviluppo
dell’economia e dei “sindacati globali” su internet, lanciano un
preciso segnale alle attuali organizzazioni dei lavoratori: dovranno
adeguarsi, al più presto, per non essere superate.
(www.studiolegalenigra.com)
(*) Nota:
l'articolo, scritto da Amedeo Nigra (www.studiolegalenigra.com),
è già stato pubblicato da Economia de Il Giorno il l'8 Marzo 2003 e viene
qui riproposto per la sua attualità.