25 Novembre
2005
RICERCHE E SPECCHI PER
ALLODOLE
di Amedeo Nigra
Il mezzo più utilizzato per fare pubblicità su internet sono i motori
di ricerca, una forma di vocabolari informatici che ci aiutano a
individuare il sito che ci interessa. Il metodo per le ricerche
consiste nell'inserire nella apposita "finestrella" le parole che
stiamo cercando. In quest'ottica, a loro volta, i motori di ricerca
catalogano le varie pagine web, sulla base di alcune parole chiave,
che i proprietari dei vari siti (o i loro web-master) inseriscono nei
codici segreti del sito stesso, codici chiamati tecnicamente TAG o
METATAG. Peraltro, frequentemente i proprietari dei vari siti
inseriscono in questi codici segreti, alcune definizioni e alcuni nomi
completamente sbagliati e, cioè, parole che non c'entrano nulla con il
tema da loro trattato e compiono questi errori, volutamente, con lo
scopo di rendere più appetibile una data pagina web, facendola salire
nei primi posti nei motori di ricerca, attraverso l'uso di parole
molto ricercate.
Ebbene, la difesa legale, diretta a correggere o a reprimere questa
tendenza, è praticamente impossibile, perché i siti in qualche modo
irregolari, si posso stimare in diversi milioni ed è quindi
inimmaginabile un volume di contenzioso così ampio: non basterebbero i
tribunali di tutto il mondo. Dunque, converrà agire in giudizio, solo
nei casi più gravi, per chiedere i danni e per ottenere che sia
ordinata la cessazione dell'attività illecita.
Un episodio di questo genere ha impegnato il Tribunale di Roma, che ha
recentemente vietato a una agenzia di assicurazioni on-line, di
inserire il marchio "Genertel" nei tag o meta-tag del proprio sito,
impedendo così che questa agenzia godesse della notorietà del nome,
sfruttandolo a suo favore, senza avere alcun collegamento con la
stessa Genertel. Un'evidente concorrenza sleale e anche una forma di
pubblicità ingannevole, vietata dalla legge (D.L. 74 del 1992 articolo
2), secondo la quale, per pubblicità ingannevole s'intende "qualsiasi
pubblicità che in qualche modo, compresa la sua prestazione, induce in
errore o possa indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle
quali è rivolta".
(www.studiolegalenigra.com)
(*) Nota:
l'articolo, scritto da Amedeo Nigra (www.studiolegalenigra.com),
è già stato pubblicato da Economia de Il Giorno il 31 Maggio 2003 e viene
qui riproposto per la sua attualità.
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