24 Dicembre
2004
PRIVACY
<<CALPESTATA>> IN NOME DELLA SICUREZZA
Un sito internet, le sue e-mail e i suoi P.C.,
saranno veramente una proprietà integra e completa, oppure si
trasformeranno in una “cosa in parte pubblica”, non appena si saranno
collegati alla rete? Ebbene, questa domanda, a prima vista fantasiosa,
in realtà non lo è affatto. Perché, le esigenze concrete, nate dalla
grandissima diffusione di internet, con più di 500 milioni di utenti e
con oltre 2 miliardi di pagine web, stanno modificando la posizione
sociale e giuridica della rete.
Non solo. Contemporaneamente alla crescita della
tecnologia, il terrorismo, l’attentato dell’11 Settembre 2001 e le
attività illecite, presenti sul web, stanno imponendo, da parte loro,
una precisa svolta giuridica sulle applicazioni di internet. La
quale, in prospettiva nel tempo, verrà considerata appunto come una
grande piazza pubblica, dove ogni cosa sarà visibile e disponibile a
tutti. Una definizione che, in un colpo, solo farà perdere a internet
la qualità di proprietà privata classica.
La via – sempre più pressante - che ci sta
portando in questa direzione è presto detta. Le cronache ci dicono che
gli USA e, più esattamente, il Pentagono, stanno approntando un nuovo
sistema elettronico in grado di “setacciare” internet. Un sistema, che
fornirà notizie ai servizi segreti ed alle forze di polizia,
consentendo di accedere ad ogni tipo di informazione, dalla posta
elettronica, ai tabulati telefonici, alle transazioni bancarie, anche
senza un mandato di perquisizione. A quanto pare, questa decisione, è
stata ipotizzata per aumentare la sicurezza e per consentire al
governo e alle varie agenzie di intelligence di prevenire e
colpire le attività terroristiche.
Stando così le cose, la conclusione che se ne
può trarre è molto semplice. La storia ci insegna, che prima o poi,
tutto il mondo seguirà l’esempio di chi compie una data innovazione.
E, di conseguenza, in prospettiva, possiamo già immaginare che molti
Governi, da quello guidato da Tony Blair, al nostro, presieduto da
Silvio Berlusconi e a tutti gli altri, dovranno adottare misure
opportune, per difenderci, ragion per cui la rete si trasformerà
sempre di più in una entità grandissima, ma anche trasparente “come un
cielo sempre azzurro, come un mare sempre blu”. Conseguentemente,
internet tenderà a perdere la qualità di “area privata” per
trasformarsi in una "realtà pubblica", appunto, come l’aria, la luce e
i raggi del sole.
In quest’ottica, la corrispondenza, i marchi, i
domini, i siti, manterranno il concetto classico di proprietà e
manterranno questa qualità nel conflitto tra privati, ma perderanno
questo valore assoluto, da un punto di vista pubblico. In pratica,
ognuno potrà tutelare i singoli beni (come ad esempio il nome del
proprio dominio o come pure le proprie opere artistiche e letterarie),
ottenendo di essere dichiarato come unico proprietario, nei rapporti
tra privati. Peraltro, con riferimento all’aspetto “pubblico”, ossia
per quanto riguarda il rapporto della proprietà, rispetto alla
collettività, gli oggetti collegati alla rete, perderanno quella
qualità di proprietà piena e ne acquisteranno una diversa e, per così
dire, “ridotta”.
In pratica, le proprietà internet perderanno in
parte quella quota di diritto che gli Antichi Romani chiamavano “jus
escludendi” ossia diritto di escludere e, cioè, il diritto di
non far entrare nessuno sui nostri terreni o nelle nostre case, come
pure il diritto di alzare muri e steccati per difendere le nostre
proprietà. Su internet, dunque, avremo sì una proprietà privata ma,
nel contempo, questa sarà visibile da tutti.
Oggi proclamiamo la privacy e il diritto a non
essere disturbati con e-mail non autorizzate. Ma ci accorgiamo ben
presto che il nostro diritto è più teorico che pratico. Infatti, non
appena apriamo la nostra posta elettronica, siamo immancabilmente
travolti da una marea di messaggi indesiderati che giungono ogni
giorno come una pioggia nei nostri p.c.. Questo è, per l’appunto, un
piccolo sintomo di quella “piazza pubblica” che un domani sarà
internet.
(www.studiolegalenigra.it)
Inviateci
un Vostro intervento. La
rete è utile alla società oppure è dannosa? Potrebbe o dovrebbe
cambiare? Come? Ci sono episodi da raccontare?
Scriveteci.
Compatibilmente con lo spazio e il tempo, pubblicheremo gli interventi
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