3 Giugno 2005
CONCORRENZA SLEALE
PIU' FACILE SUI NEW MEDIA
Fino a ieri, era difficilissimo
realizzare un’attività di concorrenza sleale attraverso i normali
mezzi di comunicazione. Perché chi avesse voluto pubblicare su un
quotidiano nazionale un marchio contraffatto o una proposta
commerciale visibilmente scorretta, si sarebbe trovato di fronte ad un
rifiuto della redazione del giornale. Ma oggi, non è più così. Con
internet, ogni sito è redattore di se stesso e può pubblicare ciò che
vuole, compiendo ogni forma di illecito e, in particolare, usano nomi
o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i
segni distintivi legittimamente usati da altri, o imitando servilmente
i prodotti di un concorrente, anche in modo veramente sfacciato.
Ebbene, questi illeciti sulla rete sono
facilitati – appunto - dalla tecnologia internet, in quanto chiunque,
usando i normali strumenti per sviluppare le pagine internet, può
creare una serie di siti interamente identici o comunque confondibili
con quelli del sito preso di mira, copiandone i fregi e i disegni. Per
di più, le situazioni anomale sono facilitate dalla vastità di
internet e dal gran numero di siti sparsi in tutto il mondo (si parla
di quasi due miliardi di pagine). Il problema è notevole, in quanto,
in prospettiva, la rete può diventare veramente inaffidabile, perdendo
sensibilmente il suo valore.
Sul piano normativo gli stati europei
stanno predisponendo i necessari rimedi. E, il Governo presieduto da
Silvio Berlusconi ha recentemente emanato la legge 1° Marzo 2002, n°
39, una disposizione normativa che ha recepito la direttiva CEE
8/6/2000 n° 31 sul commercio elettronico. In tale direttiva e, in
particolare, all’art.6, è previsto che chi utilizzi internet per le
informazioni commerciali e, più in generale, chiunque gestisca un sito
internet con un contenuto economico, per la vendita di beni o servizi,
debba rispettare alcune regole minime di informazione del pubblico,
precisando ad esempio chi sia la persona fisica o giuridica che
effettuata una data offerta e facendo in modo inoltre che siano chiare
le promozioni, gli sconti e i ribassi. Lo stesso varrà nel caso di
concorsi o giochi promozionali. In pratica, in futuro, internet dovrà
diventare una entità molto più chiara e ogni sito dovrà presentarsi in
modo trasparente, consentendo a tutti di comprendere che attività
svolga esattamente, che prodotti proponga e chi sia l’operatore che
crei le offerte.
In quest’ottica, una delle prime cose che
saranno colpite, saranno i tag e i metatag. I quali sono
un insieme di parole invisibili inserite nella “memoria” di un dato
sito, per definirlo e per spiegare ai motori di ricerca cosa contenga.
In estrema sintesi, quando si prepara una pagina web si devono
compilare queste schede (tag e metatag), che verranno
usate per la selezione dei motori di ricerca. Questi ultimi, a loro
volta, hanno al loro interno (nel loro “motore”, appunto) dei
meccanismi informatici (gli spider robot ossia “ i ragni automatici”)
che scandagliano la rete e la classificano come un grande vocabolario,
attingendo le loro informazioni, appunto, dai tag e metatag.
Ebbene, chi inserisca nei propri tag e metatag il nome
di una impresa concorrente (per esempio, “Tigre”) farà si che le
proprie pagine web entrino nei motori di ricerca con quel nome famoso
(“Tigre”, appunto), suggerendolo ai navigatori, ricevendo le visite di
chi ricerca quel nome o quel prodotto, anche se con “Tigre” non
c’entrerà nulla.
In conclusione, internet ci
costringe a vigilare costantemente, per controllare che non ci siano
attività di concorrenza sleale o di diffamazione. La rete è dunque una
grande opportunità. Ma è anche una grande fatica, che ci costringe a
studiare continuamente gli aspetti tecnici e anche quelli legali.
(www.studiolegalenigra.com)
(*) Nota:
l'articolo, scritto da Amedeo Nigra (www.studiolegalenigra.com),
è già stato pubblicato da Economia de Il Giorno il 7/12/2002 e viene
qui riproposto per la sua attualità.