10 Giugno 2005
ANCHE SULLA RETE PIU'
VELOCE LA GIUSTIZIA VIAGGIA LENTA
Arriva il processo telematico. Un
processo nel quale gli atti e i documenti, non verranno scambiati
fisicamente, ma saranno depositati in un fascicolo digitale. Il
tutto con vantaggi enormi. Niente trasferimenti in auto verso il
tribunale, niente file agli sportelli, niente orari da rispettare.
Questo, purtroppo, per ora è solo un obiettivo lontano. Il Governo
presieduto da Silvio Berlusconi, ha creato il Ministero
dell’Innovazione. Il primo della storia del nostro Paese. Le premesse
sono buone. Ma, peraltro, i risultati stentano ancora ad arrivare.
Per saperne di più, abbiamo sentito la
Dottoressa Floretta Rolleri, Responsabile della Direzione Informatica
del Ministero di Giustizia. Dottoressa, abbiamo parlato in Gennaio di
quest'anno delle novità sulla giustizia, nella nostra trasmissione "Il
Processo a Internet", su Telenova. A dodici mesi di distanza, cosa è
cambiato?
"Il processo telematico è un progetto.
Per arrivarci in concreto, saranno necessarie precise regole tecniche,
compatibili con internet (ad esempio, come archiviare i documenti) e
anche con le regole del processo civile (ad esempio, come realizzare
il deposito "legale" di un atto). Attualmente, stiamo discutendo e
studiando proprio queste norme".
Ma il passo successivo, per arrivare ad
un vero processo telematico, quale sarebbe? "Occorreranno, in sintesi,
più tribunali nei quali ci sia la presenza contemporanea di tre
elementi. Anzitutto, i giudici del tribunale civile dovranno essere
d’accordo circa l’applicazione della procedura. Secondariamente, poi,
al progetto, dovranno aderire anche i locali ordini degli avvocati. E,
infine, terzo e ultimo requisito, dovranno essere reperiti almeno
cinquanta avvocati, disponibili a svolgere sperimentalmente un
processo in via telematica".
Ma come sarà questo processo? " Per ora,
si possono anticipare solo alcuni tratti. Anzitutto, le udienze
verranno svolte tradizionalmente e cioè di persona e non per via
telematica. Via internet vi saranno solo lo scambio di memorie e di
atti, i quali non saranno più depositati fisicamente ma, appunto,
saranno inviati in via telematica".
Sappiamo però che gli avvocati vogliono
di più e abbiamo sentito l'Avvocato Giuggioli, Presidente dell'Ordine
Avvocati di Milano. Presidente Giuggioli, come procede la
digitalizzazione della giustizia? "Purtroppo, sono molto pessimista.
Il processo telematico arriverà chissà quando, perché mancano i fondi.
Le uniche cose create con internet sono state fatte da noi, con un
accordo diretto tra l'Ordine degli Avvocati e il Tribunale. In
particolare abbiamo istituito un “punto informativo”, che consiste in
una banca dati informatica e permette di controllare lo stato delle
cause pendenti davanti al Tribunale. La postazione è composta, per il
momento, da nove computer, situati al primo piano del Palazzo di
Giustizia, che consentono di ricercare i numeri di ruolo delle cause,
i rinvii d’udienza, i numeri di repertorio, di sentenze e decreti
ingiuntivi e lo scioglimento di riserve". "La ricerca può essere
effettuata digitando nell’apposito campo il nome delle parti, il
numero di ruolo o il nome del giudice".
Ma quando arriveremo alla
consultazione dei dati del Tribunale, dallo studio di ciascun
avvocato? Ci risponde il Dottor Michele Di Lecce, Magistrato penale
del Tribunale di Milano, che ha curato l'informatizzazione degli
uffici penali della Pretura, nominato dal Consiglio Superiore della
Magistratura (insieme a Stefano Aprile e a Roberto Pertile), per
l'informatizzazione delle distretto di Milano. "Stiamo studiando il
metodo migliore per dare a tutti gli avvocati la possibilità di
consultare i dati dal proprio studio". "Qui ci sono enormi problemi da
definire, non solo sul piano della privacy, ma anche sul piano della
segretezza dei dati". "Occorre far sì che ciascun avvocato possa
consultare le sue pratiche, senza ovviamente poter spaziare in tutto
il sistema e, quindi, senza attingere a dati che devono
necessariamente rimanere segreti".
(www.studiolegalenigra.com)
(*) Nota:
l'articolo, scritto da Amedeo Nigra (www.studiolegalenigra.com),
è già stato pubblicato da Economia de Il Giorno il 14/12/2002 e viene
qui riproposto per la sua attualità.