28 Gennaio
2005
I
RAGAZZI DI VIA VIGONI
Milano.
Il quadrilatero formato da Corso Italia, Via Campolodigiano, Via
Mercalli e Via Vigoni, è forse la parte della città che si è più
trasformata. La scuola media di Via Campolodigiano non c’è più.
Aveva almeno 18 classi. Erano passati nomi noti, come l’attrice
Stefania Casini, il Professor Giorgio Fiorentini, la giornalista Bice
Biagi, il Professor Roberto Polillo. Da strada chiassosa piena di
ragazzi, ora è silenziosa e deserta, come una via di meditazione e di
preghiera. In faccia a Via Campolodigiano, ora c’è la sede della
Ras. Negli anni "50" c’erano le macerie lasciate dai
bombardamenti e la zona era recintata da una palizzata. All’interno,
qualche casa semidistrutta era ancora aperta e i bambini del quartiere
entravano, per giocare agli indiani, fare fuochi, capanne. Era una
terra di nessuno.
In
Corso Italia c’era la caserma dei Bersaglieri. Davanti al portone
era ferma una sentinella e ogni tre ore si assisteva al cambio della
guardia. I passanti si fermavano a guardare. Nove soldati di corsa,
con le piume al vento. Davanti, il capoposto. Ordini secchi. Un passo
laterale. Un passo avanti. Un altro passo laterale. Dietro Front. Per
concludere lo scambio. Fianco dest. Di corsa, marsh. E il picchetto
rientrava di corsa in caserma. Spariti i soldati, gli statuari
spettatori riprendevano il cammino. Un giorno di festa (forse, sarà
stato il due giugno del "52" o del "53"), i
Bersaglieri tornarono dalla parata. Correvano ordinati da piazza del
Duomo,tra due ali di folla. Entusiasmo alle stelle. Applausi e tanti
"viva l’Italia". Tempi passati. La caserma c’è ancora.
Ma non i Bersaglieri, né la sentinella.
In
Via Mercalli, c’era l’oratorio San Filippo Neri. Aveva una grande
squadra di calcio. Fortissima. Dove giocavano i fratelli Mazzola.
Quelli dell’Inter. Tutti facevano a gara per trovare un posto nella
nazionale dei piccoli. Ma era durissimo. In questo oratorio, c’era
la prima televisione del quartiere, che tutti, grandi e piccoli,
andavano a vedere. Film indimenticabili. Amedeo Nazzari, Gerard
Philippe, Rin Tin Tin. Ora l’oratorio è un silente pensionato
universitario.
Poi
Via Vigoni. Nel "50" sembrava il Kosovo, dopo i
bombardamenti. Terra battuta, tante macerie e una grande fabbrica, con
una ciminiera. In quel tempo, Via Vigoni non era unita a Via San
Francesco, come ora. Proprio nel punto di congiunzione, c’era la
fabbrica, che confinava con il campo di calcio dell’oratorio. Un
giorno la ciminiera scomparve e cominciarono a costruire i giardini.
Negli anni 60 erano piccolissimi, frequentati dai bambini del
quartiere. Elementari. Medie. Liceo. Università. I bambini sono
diventati grandi. Chi passa di tanto in tanto, nota le differenze. Gli
alberi sono sempre più alti. Cambiano i sensi di marcia delle vie. E
le case invecchiano. Ma i ragazzi sono sempre lì. Sempre a gruppi.
Sempre nelle stesse ore. Forse, quei "ragazzi di Via Vigoni",
sono l’unica cosa che non è cambiata (a.n.).
(*)
Nota: l'articolo, scritto da Amedeo Nigra (www.studiolegalenigra.com),
è già stato pubblicato da Libero il 12 Luglio 2001 e viene qui
riproposto per la sua attualità.